La nostra storia

 

La storia della Masseria sul Mare affonda le radici nel 1800, quando l’antico feudo di Gallina, questo il nome della contrada, apparteneva a Salvatore Vinci e poi al figlio, il cavaliere Sebastiano.

La tenuta di circa 70 ettari fu costituita in dote alla seconda figlia Anna quando andò in sposa a Salvatore Conigliaro, giovane laureato in ingegneria al politecnico di Milano che  decise di tornare in Sicilia per occuparsi degli affari di famiglia. Egli avviò l’azienda agricola, denominata Valle di Mare, sui terreni dove era stato impiantato un mandorleto.

Salvatore ed Anna Conigliaro ebbero quattro figli; la casa padronale, situata nella parte alta della tenuta (detta Coda Volpe), costruita all’interno di una corte chiusa, fu appannaggio del primogenito. L’attuale porzione di terreni di circa 50 ettari (allora chiamata Valle di Mare), con i magazzini rurali, andò a Sebastiano e Gaspare. Quest’ultimo condusse l’azienda agricola dal 1965, quando venne estirpato il mandorleto che aveva ormai esaurito il proprio ciclo produttivo e si passò alla coltivazione di ortaggi da pieno campo.

Alla fine del 1993 è subentrato Massimo Conigliaro, figlio di Gaspare,  il quale dopo qualche anno decise di avviare il progetto di ristrutturazione dei grandi caseggiati della corte centrale e dei fabbricati rurali, usurati dal tempo ed in parte abbandonati.

Nel 2002 inizia il recupero e la riqualificazione dell’intera area, avviando le opere strutturali per offrire ospitalità all’interno del nascente agriturismo. Vengono quindi realizzate le prime 5 camere, poi altre 5 per arrivare infine alle 20 attuali.

Nel 2004 la Masseria sul Mare assume l’attuale denominazione, aprendo al pubblico con l’ospitalità e la ristorazione.

 

Le Masserie in Sicilia

I primi esempi di masserie risalgono ai tempi della colonizzazione di popolazioni greche. Esse costituivano un’organizzazione di base del territorio, finalizzata ad attività agricole; successivamente i romani allargarono queste unità agricole a maggiori aree, creando le basi per il latifondo. Le ville romane con la caduta dell’Impero divennero piccole fortezze organizzate per la difesa dalle invasioni barbariche. Intorno all’anno mille le masserie divennero una nuova entità rurale chiamata “feudo”, spesso assunsero la fisionomia di piccoli villaggi fortificati con alte muraglie. Con i Borboni, nel Regno delle due Sicilie, a metà del XVIII secolo,  il “feudalesimo” si rafforzò e la borghesia rurale continuò a dominare nel meridione d’Italia sino alla metà del 1900. A coordinare il lavoro nella masseria ci pensava il “massaro”, il più stretto collaboratore del proprietario, che si occupava di reclutare la mano d’opera e di controllare che tutta la macchina aziendale funzionasse.

Lo schema tipico della masseria comprendeva una costruzione di tipo chiuso verso l’esterno e con le aperture tutte rivolte all’interno della corte o del grande cortile. Le stesse mura perimetrali, senza aperture, facevano da protezione contro intrusi e malintenzionati, permettendo anche una difesa eventuale contro assalti di briganti. All’interno del cortile vi erano anche le stalle per i cavalli o per i muli, nonché i locali per polli, conigli e volatili vari di allevamento.

 

 

La corte centrale

I caseggiati della corte centrale della Masseria erano stalle, magazzini e depositi dei mezzi e delle attrezzature agricole, all’interno del più ampio feudo di un tempo.

Al centro, in un grande rettangolo, è possibile ammirare la pavimentazione composta da piastrelle della fine dell’ottocento, tutte diverse tra di loro, scarto di lavorazione delle ville nobiliari siciliane che venivano riutilizzate dai proprietari terrieri per i diversi usi agricoli.  

 

Nei mesi di agosto e settembre, su tale pavimentazione le mandorle venivamo messe ad essiccare al termine della raccolta, dopo avere  separato il mallo verde.

L’essiccazione avveniva mediante esposizione delle mandorle al sole per 3-4 giorni, adagiate su teli e girate diverse volte durante la giornata per favorirne l’asciugatura. Il clima in Sicilia favoriva questa operazione; in caso di pioggia le mandorle venivano coperte da un altro telo impermeabile.

 

 

Il piano di carico

Nella corte centrale della Masseria, sul prato, si nota  un manufatto in pietra un tempo utilizzato come piano di carico dei mezzi cingolati sugli autocarri. 

 

Il pollaio e la porcilaia

Nell’attuale zona impianti vi erano i pollai; nell’area accanto, la porcilaia al cui interno si possono notare i canali di scolo centrali ed i caratteristici cancelletti di ferro, particolarmente solidi per resistere ad eventuali colpi degli animali.

 

Le stalle

L’attuale reception era una stalla per bovini, dove ancora oggi sono visibili le mangiatoie.  

La camera Zeus, nella corte centrale, era invece una stalla per gli equini: all’interno vi è una mangiatoia con le “campanelle”, anelli di ferro ai quali si legavano anticamente le briglie dei cavalli. All’esterno si possono notare gli anelli in pietra che svolgevano la stessa funzione.

Lungo la strada che porta al mare, quella che attualmente è la casetta Ares, era una stalla: visibili anche qui gli anelli esterni in pietra e, sopra la porta d’ingresso, la data di costruzione (1908).

 

I Magazzini

L’attuale ristorante era adibito un tempo a magazzino per i prodotti agricoli. Nell’ambito della ristrutturazione effettuata, le basole di pietra sono state mantenute dopo un’attenta opera di svellimento, posizionamento di impianti e tubazioni e nuova posa.

Le camere oggi chiamate Apollo e Dioniso erano adibite a fienile e deposito della paglia.

 

Le abitazioni dei contadini

Nelle tradizionali masserie vi erano anche le abitazioni sia del massaro che dei contadini. Nel nostro caso, il massaro abitava in quelle che adesso sono le camere Ebe, Demetra e Kore. In quelle adiacenti, oggi Poseidone, Calcinara e Tellaro, abitavano i contadini.

 

La Masseria sul Mare: il progetto di recupero e risanamento dei caseggiati

Nel 1999, con il supporto tecnico dell’ing. Marco Vancheri e dell’arch. Giancarlo Romano, inizia il progetto sui fabbricati ormai diruti o presenti soltanto come ruderi.

Nel 2002 iniziano i lavori di ristrutturazione e la Masseria assume l’attuale conformazione, con vari step di interventi scaglionati nel tempo.

Da ultimo, nel 2025 è stato realizzato  un parco agrisolare, con l’apposizione di pannelli fotovoltaici sui tetti di un caseggiato della corte centrale.

 

 

 

Tenuta

Contrada Gallina è l'ultima propaggine verso nord del territorio comunale di Avola, separato da quello di Siracusa dal fiume Cassibile, nella parte che giunge fino al mare, e quindi appena sotto Fontane Bianche.
La tenuta attuale è una parte di un antico feudo, col il tempo venutosi a frammentare in diverse proprietà . La parte bassa, su cui sorge la Masseria sul Mare, si affaccia direttamente sul mare con un'estensione di circa 50 ettari.
I terreni coltivati con il mare sullo sfondo, una paesaggio integro e rimasto fermo nel tempo alla sua antica bellezza, i vecchi caseggiati in pietra e l'assenza di nuove costruzioni, la spiaggia della Marchesa e la riserva della Foce del Fiume Cassibile al suo limitare: ecco le coordinate di un luogo speciale sospeso nel tempo.

Nella Masseria l'antica coltura intensiva della mandorla di Avola-Noto è stata nel tempo sostituita dalla coltivazione del grano per pasta, degli olivi da olio, delle culture basse di ortaggi e verdure; un orto privato riservato al solo uso del nostro Ristorante e un giardino di essenze aromatiche completano la tenuta.